Art Kane. Oltre il reale: dal 1 febbraio fino all'8 giugno 2025

Organizzata da Fondazione Ferrara Arte e Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara in collaborazione con Wall of Sound Gallery di Alba e Art Kane Archive.

Data:

31/01/2025

Dal 1 febbraio all’8 giugno 2025 le sale del Castello Estense ospitano la mostra Art Kane. Oltre il reale, a cura di Guido Harari e Jonathan Kane. Organizzata da Fondazione Ferrara Arte e Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara in collaborazione con Wall of Sound Gallery di Alba e Art Kane Archive, questa grande retrospettiva dedicata al fotografo americano Art Kane, a trent’anni dalla sua scomparsa e nel centenario della sua nascita, presenta oltre 120 fotografie che hanno contribuito a formare l’immaginario visivo della seconda metà del Novecento. 

 

La rassegna esplora i diversi temi dell’eclettico percorso di Kane: dal ritratto alle celebri foto delle maggiori icone della musica degli anni Sessanta e Settanta, a una sezione dedicata all’impegno civile (soprattutto la lotta per i diritti civili degli afro-americani e degli nativi americani, il fondamentalismo religioso, la guerra del Vietnam, l’incubo nucleare di Hiroshima, il consumismo, il crescente degrado dell’ambiente), a visionarie riflessioni esistenziali ricavate da “sandwich” di più diapositive (una tecnica pionieristica in un’epoca ancora analogica e priva di Photoshop), a illustrazioni fotografiche dei testi di Dylan e dei Beatles e infine alla moda, al nudo e alla pubblicità, senza dimenticare le evoluzioni della società americana fino agli anni Novanta. Il tutto fissato da uno sguardo tanto originale e visionario da conquistarsi onori, premi e le copertine delle più prestigiose riviste internazionali.


Nel primo giorno di apertura, sabato 1 febbraio, è in programma un incontro con i curatori nelle sale della mostra: Guido Harari e Jonathan Kane saranno a disposizione del pubblico per raccontare il percorso espositivo e la personalità poliedrica del fotografo. L’iniziativa avrà luogo dalle 15 alle 18 (ultimo ingresso ore 17.15). 


«Mi considero un fotografo concettuale. Di una personalità desidero comunicare tutto ciò che non si vede. Voglio comunicarne gli elementi invisibili», diceva Art Kane, racchiudendo in poche parole tutta la sua poetica.


«Penso ad Art Kane come se fosse accecante, diciamo un sole color zucca in un cielo blu. Come il sole, Art punta il suo sguardo direttamente sul soggetto, e ciò che vede, fotografa – e di solito si tratta di un’interpretazione drammatica della sua personalità», così ha detto Andy Warhol di lui.


«Art Kane è stato un mio idolo prima ancora che potessi conoscerlo di persona – ricorda Franco Fontana – quasi un miraggio per me che lo ammiravo da lontano. All’epoca, con il suo uso rivoluzionario del colore, appariva un eretico a chi riaffermava la sacralità del bianco e nero. Mi è sempre piaciuto quel suo sguardo tra erotismo, vita immaginaria e dimensione reale. Il rischio e l’azzardo erano gli elementi più rivoluzionari del suo fotografare. L’ho conosciuto nel ‘77 ad Arles e siamo diventati fratelli di “colore” legati da un rapporto indimenticabile di amicizia e di intimità. Era un uomo geniale, di grande intelligenza e creatività. Animato dal mito impossibile di un’eterna giovinezza e di una continua rinascita, mordeva la vita fino in fondo: voleva addirittura ricavarne un musical. Adorava le donne e le fotografava con una sensibilità e un erotismo in cui mi ritrovavo appieno. Amava l’Italia dov’era venuto più volte per delle campagne pubblicitarie e anche per dei workshop organizzati da me.»


Art Kane è il leggendario fotografo che alle 10 di un mattino d’agosto del 1958 immortalò per la rivista «Esquire» ben 57 leggende del jazz su un marciapiede della 126ma Strada, a Harlem, ignaro di aver creato l’immagine più significativa della storia del jazz, nota come Harlem 1958. Una fotografia che gli è valsa la medaglia d’oro dell’Art Directors Club di New York e così potente da ispirare diversi libri (anche illustrati per bambini), un documentario del 1994 che ottenne la nomination all’Oscar (A Great Day in Harlem) e, più di recente, un film di Steven Spielberg, The Terminal (2004), con Tom Hanks. Nel 2012 poi a quell’ormai storico tratto di strada a Harlem è stato ufficialmente dato il nome di “Art Kane Harlem 1958 Place”.  

 

L’obiettivo di Kane si è posato poi altre volte sui grandi di ogni musica, dai Rolling Stones a Bob Dylan, ai Doors, a Janis Joplin, ai Jefferson Airplane, e ancora Frank Zappa, i Cream, Sonny & Cher, Aretha Franklin, Louis Armstrong, Lester Young, Duke Ellington, creando una serie infinita di icone, come quella memorabile degli Who avvolti nella bandiera britannica. Ma Kane è stato molto di più: uno dei veri pionieri della fotografia del XX secolo, le cui immagini visionarie hanno influito sulla coscienza sociale di più di una generazione e lasciato un segno sulla cultura mondiale. Immagini che oggi sono a buon diritto nelle collezioni permanenti del MoMA e del Metropolitan Museum of Art.


«Art Kane è stato un illusionista – scrive Guido Harari –, il maestro di un impressionismo fotografico che ancora oggi sollecita emozioni e distilla idee. Venezia è sempre in pericolo, i musicisti rock annunciano sempre l’avvento di un qualche Nuovo Mondo, la solitudine nell’era di Internet è ancora più cosmica, i diritti civili vanno rinegoziati ogni santo giorno, il degrado dell’ambiente ci spinge sempre più rapidamente verso l’estinzione, e Kane, con un’attualità stupefacente, proiettava già tutto questo in un mondo di fantasia che pare amplificare la realtà di oggi. In pochi anni ha rivoluzionato la fotografia, scoprendo tecniche nuove e personalizzandone altre per liberarla dal suo presunto “verismo”. La fotografia di Kane è energia pura, vera immaginazione al potere: “La realtà per me non è mai all’altezza delle aspettative visive che genera”, ha detto. “Più che registrarla con le mie foto, mi preme condividere il modo in cui sento le cose”.

 

Tutte le fotografie di Kane sono pervase dalla sua incontenibile passione per la vita, per l’uomo e per una cultura popolare da interpretare attraverso simboli. Le sue sono immagini pensanti, visioni che comunicano sempre un personalissimo punto di vista, sul razzismo e sulla guerra, sul misticismo o sul sesso, sulla moda o sulla musica. Nessuna preoccupazione di “stile”: la sua tecnica fotografica era intuitiva e disarmante nella sua semplicità, animata da una varietà impressionante di spunti, di improbabili angolazioni di ripresa, singolari ambientazioni e colori saturi. Nulla appare come ce lo aspetteremmo: le immagini suggeriscono, provocano, spiazzano, ma tocca a chi guarda completare il quadro.»

 

Marco Gulinelli, assessore alla Cultura di Ferrara afferma: «Questa mostra è un viaggio attraverso l'opera di Art Kane. Ritratti straordinari di personaggi come Bob Dylan, The Rolling Stones e Janis Joplin. Ogni immagine è un mondo a sé, un racconto fatto di luci, ombre, colore e intuizione. Kane aveva una sensibilità unica nel cogliere l’essenza dei suoi soggetti, che si trattasse di un artista famoso o di un dettaglio architettonico. Ma Kane era molto di più di un semplice fotografo di celebrità. Era un maestro nel trasformare il quotidiano in straordinario, nel rivelare l’emozione nascosta dietro un sorriso, uno sguardo o un paesaggio. Era un innovatore audace, capace di sperimentare con tecniche di colore, di angolazione e di composizione in un modo che anticipava di decenni il linguaggio visivo contemporaneo.»


Note biografiche  

Art Kane (1925-1995) ha lavorato per la moda, l’editoria, realizzato ritratti di celebrità, reportage di viaggi e trattato il nudo con un occhio implacabile e innovativo. Come per i suoi contemporanei, Guy Bourdin e Helmut Newton, l’opera di Kane gravita attorno a tre elementi principali: colori decisi, erotismo e umorismo surreale. È stato alfiere di quell’esprit selvaggio che, soprattutto grazie a lui, si è affermato dopo la seconda guerra mondiale: inflessibile, senza compromessi e sentimentale.

 

Nato nel Bronx, a New York, nel 1925 (la famiglia Kanofsky – questo il suo vero cognome – vi si era trasferita dall’Ucraina nei primi anni del Novecento, fra il 1900 e il 1910), Kane ha combattuto la Seconda Guerra Mondiale in Francia in un pittoresco contingente addetto a carri armati gonfiabili che dovevano depistare i tedeschi.

 

Dopo la laurea con lode presso la Cooper Union conseguita nel 1950, e dopo aver studiato con Alexey Brodovitch alla New School, insieme a Richard Avedon, Irving Penn e Diane Arbus, all’età di 27 anni è diventato il più giovane art director della storia entrando alla rivista «Seventeen». Nel 1958 la consacrazione con il ritratto delle leggende del jazz su un marciapiede di Harlem.

 

Con il suo lavoro, mentre infuriavano la battaglia per i diritti civili e la guerra in Vietnam, Kane ha poi dato una risposta di coscienza al periodo che stava vivendo, esprimendosi in modo popolare, mostrando una grande capacità di comunicare con un vasto pubblico.

 

In anni in cui la tecnologia delle macchine fotografiche, ancora analogiche, progrediva ad una velocità parossistica, il formato 35mm è stato per Kane liberatorio: «Amo la ritualità del mezzo, la sensazione embrionale di perdermi nella magica finestrella del mirino della macchina fotografica, l’incredibile conforto nel trovarmi nel “tempio” che mi creavo sotto la giacca. Ero un po’ ridicolo quando ho cominciato ad usare delle macchine fotografiche 35mm, perché nessuno usava un telo con queste, ma ho continuato per un po’ perché adoravo quella sensazione di alienazione, di essere completamente isolato dal mondo esterno, come avere un mio mini-teatro».

 

Trent’anni prima di Photoshop, armato solo di un tavolo luminoso e di una lente di ingrandimento, Kane ha inventato l’immagine “sandwich” montando due diapositive a registro nello stesso telaio. Sviluppando questa tecnica oltre ogni limite, Kane è divenuto un vero e proprio pioniere della narrazione fotografica, che ha condotto avvalendosi anche di metafora e poesia, trasformando, di fatto, la fotografia in illustrazione.

 

Ha poi attraversato gli anni Sessanta, Settanta e Ottanta come una furia, rivoluzionando la fotografia commerciale, l’immagine di moda, il ritratto di celebrità e il nudo, grazie ad un utilizzo spericolato del grandangolo, di pellicole dai colori ipersaturati e di un umorismo surreale ad alto tasso erotico.

 

Kane ha anche dato un contributo fondamentale alle principali riviste di moda della sua epoca, e ha firmato sorprendenti campagne pubblicitarie sia per l’industria della moda che per quella della bellezza. 

 

Legatissimo all’Italia, è venuto nel nostro Paese a più riprese per fotografare e per dare vita a dei workshops.

 

Nel corso della sua carriera Kane è stato premiato da quasi tutte le organizzazioni di photo-design negli Stati Uniti, tra cui: American Society of Magazine Photographers, Photographer of the Year, Newspaper Guild of America, Page One Award, Augustus Saint-Gaudens Medal per Distinguished Achievement, Cooper-Union, New York Art Directors Club. Nel 1984 Kane ha ricevuto l’American Society of Magazine Photographers Lifetime Achievement Award e ha ottenuto importanti riconoscimenti da numerosi enti e società americane.

 


Art Kane. Oltre il reale

Ferrara, Castello Estense

1 febbraio – 8 giugno 2025


A cura di Guido Harari e Jonathan Kane


Mostra organizzata da

Fondazione Ferrara Arte e Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara, in collaborazione con Wall of Sound Gallery di Alba e Art Kane Archive


Orari di apertura

Dalle 10.00 alle 18.00, chiuso il martedì (la biglietteria chiude 45 minuti prima)

Aperto anche Pasqua, Lunedì dell’Angelo, 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno


Informazioni e biglietteria

0532 419180
castelloestense@comune.fe.it | www.castelloestense.it  


Prenotazioni

https://www.comune.fe.it/prenotazionemusei 


Ufficio stampa

comunicazione.ferrararte@comune.fe.it  

Altre informazioni

Data pubblicazione

31/01/2025

Aggiornamento

31/01/2025 11:38