Intitolata la nuova "Piazzetta Giuseppe Sgarbi ‘Nino’. 1921-2018. Farmacista e scrittore”

La piazza si affaccia sull’accesso della facoltà di Farmacia dell’Università di Ferrara, all’angolo tra via Mortara e via Fossato di Mortara

Data:

16/02/2023

“Ferrara oggi celebra il riconoscimento a un illustre figlio della sua terra che ci ha emozionato con i suoi scritti, con la sua vita, con la sua professione e raccontando mirabilmente l’amore inesauribile per la sua sposa, compagna e anima di tutta una vita”.

Così il sindaco Alan Fabbri, che questa mattina è intervenuto alla intitolazione dell’area all’angolo tra via Mortara e via Fossato di Mortara, al celebre “farmacista e scrittore” Giuseppe ‘Nino’ Sgarbi. "Piazzetta Giuseppe Sgarbi ‘Nino’. 1921-2018. Farmacista e scrittore”, recitano le targhe poste alla confluenza delle due vie che ne segnano il perimetro.

 

La piazza si affaccia sull’accesso della facoltà di Farmacia dell’Università di Ferrara. Un omaggio al ‘Nino’ farmacista, che rilevò l’amata farmacia di Ro, in stile liberty, nel 1953.
Fabbri e l’assessore Marco Gulinelli hanno ringraziato la commissione toponomastica, che ha sancito e votato l’intitolazione (approvata anche dalla prefettura), omaggiando anche i figli Vittorio ed Elisabetta Sgarbi.

 

“Nino - ha detto Gulinelli - ha messo in ordine in un immenso scrigno di ricordi di una vita. Per lui la scrittura era un modo per amare la compagna di una esistenza e per dichiarare di amarla”.

 

“Fedele alla farmacia come un monaco al suo convento, ha creato un personaggio letterario, il suo amore di una vita: Rina”. Così Elisabetta Sgarbi, mentre Vittorio Sgarbi: “Mio padre - ha detto - è stato uno scrittore che ha vissuto vite giuste e vite inique, come la guerra, come l'alluvione del 51. E questo patrimonio di vita gli è rimasto in testa per 93 anni fino a che ha iniziato a raccontarlo. A raccontare una lunga vita piena di memorie, di bellezza, di caccia, di pesca, del suo fiume e della sua nebbia, l’anima sublime di Ferrara”, conquistando anche, nel 2014, il premio Bancarella Opera Prima per “Lungo l'argine del tempo - Memorie di un farmacista” (edizioni Skira). E a chi gli chiedeva perché non si fosse dedicato prima alla scrittura, ‘Nino’ rispondeva: “Per 90 anni sono rimasto in silenzio. Che cosa ho fatto? Ho ascoltato”.

 

Nel complesso, con “Lungo l’argine del tempo” sono quattro i libri a sua firma scritti negli ultimi cinque anni di vita: “Non chiedere cosa sarà il futuro” (2015), “Lei mi parla ancora” (2016, premio Riviera delle Palme) - da cui Pupi Avati ha tratto l’omonimo film - e “Il canale dei cuori”, uscito postumo nel febbraio 2018.

 

“Era un gran signore, dell'anima, dei modi e dell'aspetto. Un uomo che ha fatto dell'ascolto una visione della vita”, ha ricordato Roberto Pazzi, docente, romanziere, poeta, amico. La mattinata ha accolto anche il ricordo di Mario Andreose, editore, presidente de La Nave di Teseo: “Era per me l’interlocutore più costante, la voce del buon senso, il giusto equilibrio. Un osservatore attento, ispirato dal luogo in cui viveva e dalle persone da cui era attorniato”.

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Data pubblicazione

17/02/2023

Aggiornamento

17/02/2023 09:23