Oltre a città ebraiche per eccellenza quali Torino, Venezia, Trieste e Roma, compaiono nella pubblicazione, fresca di stampa, anche Bologna, Firenze, Trani, Bova Marina, Siracusa e, appunto, è presente un ampio approfondimento di ben quattordici pagine sulla città estense e sul suo antico legame col mondo ebraico.
“Le meraviglie di una cultura millenaria”, come recita il sottotitolo del volume di circa 130 pagine, che raccoglie i luoghi da non perdere e da scoprire, come l’area del ghetto e le sinagoghe presenti, caratterizzanti la presenza ebraica a Ferrara. Presenza che in città ha origini antiche, documentate già fin dal XIII secolo. “Nel Quattro e Cinquecento - riporta la guida del Touring Club - la città visse un momento di floridezza grazie alla signoria degli Estensi. Questi riconobbero infatti diritti agli ebrei, anche se non mancarono sanzioni ed episodi di intolleranza popolare. La comunità contava allora quasi 2000 persone e una decina di oratori spesso associati ai banchi di pegno privati. Grazie alla politica di accoglienza dei regnanti, vissero in città personalità di altissimo livello per la storia dell’ebraismo e della città tutta”. La situazione cambiò con la morte del duca Alfonso II, nel 1597, quando la corte si ritirò a Modena e Ferrara fu devoluta allo Stato pontificio. Nel 1624 venne istituito il ghetto.
La guida si sofferma sulla colonna di Borso d'Este, che segna l’ingresso all’antica corte ducale attraverso il volto del Cavallo e che fu costruita con i marmi delle lapidi funerarie dei cimiteri ebraici; la casa di Isacco Lampronti, rabbino, medico, filosofo, insegnante e presidente dell’Accademia Rabbinica (1679-1756). E poi ancora i cimiteri ebraici: quello maggiormente noto di via delle Vigne, ma anche il cimitero Levantino, in via Gianfranco Rossi all'angolo con via Arianuova, visibile dall’esterno.
Immancabile è anche un capitolo dedicato alle quattro lapidi in ricordo dell’eccidio del Castello, presenti lungo il muretto del fossato in corso Martiri della Libertà e piazza Savonarola, che commemorano una triste e sanguinosa vicenda cittadina: il 15 novemrbe 1943, per vendicare l’assassinio del federale del partito fascista, una barbara rappresaglia colpì e uccise undici persone selezionate tra ebrei e oppositori politici.
Due belle pagine sono dedicate al Meis, il Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah che a Ferrara ha sede. Centro culturale attivo da anni, ha in programma esposizioni permanenti e temporanee, oltre che convegni, incontri e festival, e gode di una ricca libreria dedicata all’universo ebraico. Si trova in via Piangipane, dove un tempo erano presenti le ex carceri cittadine.
Un’ulteriore pagina, alla fine della guida, presenta il progetto Jewels Tour, alla scoperta del ghetto medievale di Ferrara, tra i più antichi in Italia. Il Comune, infatti, guida il progetto europeo di valorizzazione dei quartieri storici ebraici nelle città dell’Unione Europea. Un primo incontro tra i partner europei sarà a Ferrara proprio il 15 e 16 ottobre prossimi.