Gabriele D'Annunzio, 120 anni fa la visita a Ferrara e al Castello estense

Dalla Gazzetta ferrarese dell'epoca arrivano i dettagli di questa data: il messaggio di Eleonora Duse, l'autografo della Parisina e la scultura di Minerbi

Data:

13/07/2023

Il Castello estense, che oggi ospita la mostra dello scultore amato da Gabriele D'Annunzio, Arrigo Minerbi, fu visitato dallo stesso D'Annunzio il 22 maggio del 1903. Il Vate volle infatti assistere di persona alla rappresentazione della 'Parisina', su testi di un altro autore ferrarese che amava, Domenico Tumiati, di cui ricorrono proprio oggi gli 80 anni dalla scomparsa.

 

"La grande storia ancora una volta passa da Ferrara, in un incrocio di date che oggi riportano la memoria del Vate a Ferrara, per il tramite di due nomi ferraresi, Minerbi e Tumiati, l'uno grande artista dello scalpello, l'altro celebre drammaturgo", dice l'assessore Marco Gulinelli, sottolineando che la scultura de 'Il bacio di Ugo e Parisina' esposta in mostra al Castello, del 1910, fu ispirata a Minerbi proprio dal melologo di Tumiati e che, inoltre, alla biblioteca Ariostea è conservato un autografo della 'Parisina' a firma di Gabriele D'Annunzio (classe II 434) donato dall'autore il 17 luglio 1915 (vedi foto).

 

I dettagli li riportano le cronache dell'epoca. La Gazzetta ferrarese del giorno seguente, 23 maggio, parla di "Pubblico magnifico" "accorso nel cortile del Castello per assistere all'esecuzione del Melologo 'Parisina' "allestito dagli autori con senso così squisito d'arte e con tanta suggestiva opportunità di luogo e di ora".

 

Prima delle 21:15 di quello storico giorno "Gli squilli ammonitori risonarono dall'alto della torre dei Leoni, chiamando il pubblico a raccolta". "Gli accessi al cortile erano adornati di rose e illuminati a fiaccole: la luce fresca si rifletteva con magico effetto sulle mura rossastre della gigantesca mole estense".

 

Erano presenti - sottolinea la 'Gazzetta' dell'epoca - "Gabriele D'Annunzio, il maestro Enrico Bossi e le scrittrici Jolanda e Bruna", mentre "Eleonora Duse telegrafò di non poter venire a Ferrara, come avrebbe desiderato". Alle 21:15 Gualtiero Tumiati, fratello di Domenico, "Iniziò fra religioso silenzio, la recitazione degl'inspirati versi del fratel suo", mentre "l'aggraziata musica di Vittore Veneziani seguiva, secondava, sottolineava il ritmo del verso e della declamazione".

 

Alla fine "Il pubblico ammirato salutò con caloroso applausi le due parti del Melologo, evocando più volte gli autori fratelli Tumiati e il Maestro Veneziani". "Anche l'esecuzione dell'inno a San Giorgio di Domenico Tumiati, musicato dal Maestro Sani, raccolse applausi, nonostante l'esecuzione incerta", rileva il giornalista autore dell'articolo.

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Data pubblicazione

13/07/2023

Aggiornamento

13/07/2023 12:47