Anniversario della morte di Antonio Musa Brasavola, medico degli Estensi

Recuperata l'antica epigrafe tra i ruderi della chiesa di Sant’Andrea

Data:

05/07/2023

Torna alla luce l’iscrizione dell’antica epigrafe distrutta tra i ruderi della chiesa di Sant’Andrea e dedicata al ferrarese Antonio Musa Brasavola, medico della famiglia estense, maestro di Falloppio, intimo di Paolo III, omaggiato anche dalla Francia (che lo accolse nel collegio medico della Sorbona).

L’iscrizione andata perduta, oltre a segnalare il luogo di sepoltura, riporta anche le iniziali del celebre docente ed è presente nel manoscritto a firma di Cesare Barotti “Iscrizioni sepolcrali e civili di Ferrara con le piante delle chiese” risalente al XVIII secolo. I corposi volumi (due) sono conservati alla biblioteca Ariostea e ne compongono il ricchissimo patrimonio storico. Domani, inoltre, ricorre l’anniversario della scomparsa del Brasavola (Ferrara, 6 luglio 1555), nato il 16 gennaio di 523 anni fa.


La ricerca condotta sulle tracce del celeberrimo medico e naturalista fa seguito a diverse iniziative promosse negli ultimi mesi per la riscoperta del celebre autore, tra cui la presentazione - ad aprile scorso alla biblioteca Ariostea - dell’edizione critica del suo testo su "La Vita di Iesu Cristo" a cura di Anna Corsi Prosperi e Adriano Prosperi, in un incontro promosso dall'Istituto di Studi Rinascimentali di Ferrara in collaborazione con i Musei di Arte Antica di Ferrara e la Fondazione Ferrara Arte. La biblioteca Ariostea conserva infatti alcuni antichi manoscritti, anche autografi, dell’autore.

 

Brasavola fu - tra le altre cose - maestro del ferrarese Giovan Battista Canani, precursore di molte scoperte scientifiche che ispirarono altri grandi studiosi dei secoli successivi. “Figura eminentissima per Ferrara, per la sua università e per il sapere di ogni tempo”, sottolinea l’assessore Marco Gulinelli, “medico, botanico, biologo, giurista, filosofo e anche studioso di musica, Brasavola rappresenta uno degli emblemi del sapere universale e ci ricorda, ancora una volta, quanta e quale centralità abbia avuto Ferrara nella storia e nelle scienze”.

 

Come scrive l'enciclopedia Treccani, "grazie alla sua attività scientifica e didattica Brasavola fece dell'università di Ferrara uno dei centri europei più importanti per lo studio delle scienze biologiche e della botanica medica in particolare". La chiesa (e il monastero) di Sant’Andrea - che ne custodisce le spoglie mortali - erano un complesso di edifici cattolici di Ferrara in via Camposabbionario. Le origini sono fatte risalire al X secolo. Fu di proprietà del capitolo della cattedrale fino al 1256 e poi dei frati eremitani dell'ordine di Sant'Agostino. Nel 1438 fu consacrata in modo solenne da papa Eugenio IV che si trovava a Ferrara per il Concilio ecumenico. Durante la signoria degli Estensi divenne una delle più importanti chiese della città. Parrocchiale sino al 1806, fu adibita a caserma in epoca napoleonica.
Chiusa al culto nel 1866, fu completamente svuotata di bellissimi quadri e arredi che il complesso aveva ricevuto nel tempo con varie donazioni.
Fu ridotta allo stato attuale da successivi crolli (1938) e demolizioni (1969). Ora rimangono i ruderi delle mura perimetrali. La Pinacoteca di Ferrara conserva diverse opere che erano nella chiesa, una su tutte: il Polittico Costabili (dal nome del committente, Antonio Costabili), dipinto da Garofalo, intorno al 1513, per la cappella maggiore.

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Data pubblicazione

05/07/2023

Aggiornamento

05/07/2023 11:40