Pietre d'Inciampo a Ferrara, posa delle prime 15
Prime pose di un progetto più ampio, che proseguirà in futuro già con altre pietre.
16/01/2025
16/06/2025
La famiglia Fink - Bassani - Lampronti che un tempo viveva in via Mazzini 88, i componenti della famiglia Forti - Jesi - Lampronti, che abitavano poco più in là, al civico 85, quelli della famiglia Rietti - Cavalieri al 14. Sono questi i nomi delle prime vittime della Shoah che simbolicamente oggi ritornano a ‘casa’ grazie a 15 pietre d’inciampo. Ritornano nella loro Ferrara, davanti a quelle che furono un tempo le loro case prima di essere strappati alla vita nell’olocausto.
Si tratta delle prime pose di un progetto più ampio, che proseguirà in futuro già con altre pietre. Altre ne seguiranno, per raccontare quanto più possibile la storia di Ferrara attraverso questo atto di memoria collettiva.
Le Stolpersteine, o "pietre d’inciampo", sono piccoli cubi di cemento con una lastra di ottone realizzati dall'artista Gunter Demnig (oggi non presente per un problema personale) che riportano i dati biografici delle vittime dei campi nazisti. Posizionate davanti all'ultima residenza nota dei deportati e invitano a riflettere sulla memoria storica. Dal 1995 ne esistono oltre 100.000 in 2.000 città europee. Ora anche Ferrara è presente.
“Ringrazio il presidente Fortunato Arbib e tutta la Comunità ebraica, gli altri partner del progetto per averci aiutato, come Comune, a realizzare quello che in tante città italiane ed europee c’è da molto tempo. È un gesto importante per ricordare, per non dimenticare, che prende avvio dal cuore della nostra città, il suo ghetto ebraico, e che coinvolge cittadini, istituzioni e soprattutto le nuove generazioni, affinché una tragedia che colpì duramente anche Ferrara non possa accadere mai più”, sono state le parole del sindaco Alan Fabbri oggi, durante la cerimonia.
Il sindaco Fabbri ha poi letto i nomi delle persone cui sono dedicate le prime 15 pietre di inciampo: Isacco Fink, Carlo Bassani, Giuseppe Bassani, Rina Lampronti in Bassani e Marcella Bassani - le cui pietre d’inciampo sono state apposte in via Mazzini 85 - Leone Forti, Carolina Jesi in Forti, Berta Forti in Lampronti, Umberto Lampronti e Carlo Lampronti - componenti della famiglia strappata da via Mazzini 85 - Nello Rietti, Giulia Rietti, Leonella Rietti, Gastone Rietti e Argia Cavalieri in Rietti, della famiglia di via Mazzini 14. A raccontarne le storie sono stati i parenti delle vittime e alcuni rappresentanti istituzionali. A racchiudere la cerimonia, durante gli atti di posa, il violinista Alessandro Perpich.
“La comunità ebraica di Ferrara rappresenta da secoli questa città, contribuendo a farla crescere da tanti punti di vista: culturale, sociale, economico. Le famiglie delle vittime che omaggiamo oggi ci han dato la possibilità di apporre queste pietre: grazie a loro ricorderemo per sempre i nomi e la tragica storia di questi cittadini ferraresi, strappati alla vita e a queste case, dove non fecero più ritorno”,ha aggiunto il primo cittadino.
La celebrazione di oggi non è che il primo tassello di un percorso assai più ampio. “Oltre alle 15 poste oggi, altre 25 sono state richieste da parte delle famiglie e dei conoscenti e ogni pietra d’inciampo che si aggiungerà avrà una sua cerimonia”, specifica il sindaco.
Il progetto rimane aperto: “Grazie a un lavoro corale si stanno cercando le storie di altri ebrei ferraresi vittime della Shoah: il progetto, quindi, proseguirà, realizzando un museo diffuso, a cielo aperto, in tutta la città”, ha poi specificato il sindaco Alan Fabbri.
“Abbiamo fortemente creduto in questa iniziativa, che fa parte di una progettazione ben più ampia sulla valorizzazione del Ghetto ebraico di Ferrara. Oggi è un momento importante per la Comunità ebraica, per Ferrara, per i ferraresi. Queste pietre sono le prime di una lunga lista. Portano alla luce qualcosa di essenziale: pietre che non si impongono, ma in cui vi si inciampa casualmente. Una volta posate, diventano parte integrante della città: una mappa urbana integrata nel tessuto urbano, dove passato e presente si uniscono, dove memorie pubbliche e private si intrecciano. Attraversando le strade del ghetto, verrà spontaneo chiedersi cosa sono”, ha detto il presidente della Comunità ebraica, Fortunato Arbib.
Importante è anche il coinvolgimento delle scuole: il progetto delle pietre d’inciampo proseguirà con la presa in carico delle pietre da parte degli studenti ferraresi, che si occuperanno di custodire queste opere e di celebrarne la memoria. Vi sarà anche l’apertura di un sito internet dedicato alle storie di queste famiglie ebree ferraresi, per trasmettere e farne conoscere le vicende.
Sempre le scuole sono state coinvolte oggi nella seconda parte della cerimonia, dapprima con un corteo che dalla Biblioteca Ariostea è giunto fino alla Sala Estense, dove le classi hanno omaggiato i dedicatari delle pietre con degli spettacoli.
Presenti alla cerimonia, oltre che i rappresentanti istituzionali e politici locali e regionali, la cittadinanza e i partner del progetto che è stato organizzato dal Comune di Ferrara, dalla Comunità Ebraica di Ferrara, dal Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah, dall’Istituto di Storia Contemporanea, dall’Università degli Studi di Ferrara, dall’Archivio di Stato di Ferrara e dal Conservatorio di Musica “Girolamo Frescobaldi” di Ferrara.
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Data pubblicazione
16/01/2025
Aggiornamento
16/01/2025 15:01